Siamo un coro, a voci pari maschili, che canta a cappella.
La formazione tipo è composta generalmente da una trentina di elementi.
Il vasto repertorio è composto di brani in vernacolo, in lingua italiana e in lingue straniere, canti popolari, tradizionali comunemente detti “della Montagna” e “degli Alpini”, ovvero derivati dalla vita militare. Tra gli altri, alcuni brani sacri, in particolare del periodo natalizio.
Rivestono fondamentale importanza per il nostro patrimonio musicale le canzoni armonizzate da grandi musicisti prestati al genere, quali: Arturo Benedetti Michelangeli, Renato Dionisi, Luigi Pigarelli, Gianni Malatesta, oltre che di Bepi De Marzi, Franco Sartori e altri ancora.
È nostro vanto aver portato le nostre cante alle platee di innumerevoli città in Italia e all’estero e, soprattutto, contribuire a far conoscere e diffondere l’interesse per i canti tradizionali.
A dispetto dei tanti anni di attività , il coro si presenta oggi più che mai vivo grazie alla spiccata sensibilità e alla fresca vena interpretativa del Maestro Matteo Bogoni, costantemente alla ricerca di un graduale rinnovamento, sempre, comunque, nel pieno rispetto della tradizione.
Come gruppo della Sezione CAI di Verona partecipiamo a numerosi eventi ufficiali del Club Alpino Italiano per il quale organizziamo CantaCAI, importante manifestazione a livello nazionale riservata ai cori associati.
Al di là degli impegni ufficiali, seppur importanti e di grande soddisfazione, sono frequenti gli estemporanei concerti eseguiti anche solo da un ristretto gruppetto, ogni qual volta se ne presenta l’occasione: in un prato, un rifugio, davanti ad un capitello in tutti quei luoghi dove le cante ritrovano il loro ambiente naturale e la nostra anima ritrova la serenità.
Quando l’immagine grisa de l’abitudine
nel tempo ingiassa i so gesti nel marmo,
eco el caldo incontro co la To anema,
Coro Scaligero de l’Alpe;
eco la To armonia che se slarga in poesia
tentando el cielo come le cime dei pèssi,
solevando gaiarde sul gambo le peonie de le to cansoni
incontro al vento de montagna
e se torna a ricordar le date,
se reincarna le face,
se stissa danovo le cante
e drento rive fate de successi
core un fiume de amicissia
che sbroca nele cascadele de l’anema
tra s-ciume de alegria e arcobaleni de ricordi
Setant’ani de armonia
e sora la boca sempre lo stesso soriso,
el stesso rifugio de amor,
el stesso santuario de serenità.
Coro Scaligero de l’Alpe,
Te si un cussin de mu-scio
che pitura de verde el lago dele memorie
incornisando co le to cante le più bele montagne.
Te si la man su la spala de l’amigo più caro
che te compagna cantando sui trosi de la vita
e te indormensa sotovosse co’n pianissimo
a l’ultimo campo, prima de l’infinito.
Piero Sartori