Il Festival mostra le montagne come non le avete mai viste, attraverso lo sguardo dei registi che, da ogni angolo del mondo, inviano in concorso i loro spettacolari documentari. Panorami mozzafiato, ascensioni al limite delle possibilità dell’uomo e l’adrenalina degli sport estremi sono solo alcune delle suggestioni che si possono ritrovare nei film proposti e negli appuntamenti collaterali in programma.
Questo libro è frutto di una ricerca. Una lunga ricerca svolta per soddisfare il nostro desiderio di conoscenza dei fatti.
Notevole è il materiale recuperato e selezionato come qualità e quantità com’è ovvio, trattandosi di sessant’anni di attività che si traducono in almeno 3000 prove, 600 concerti, 2000 esibizioni e circa un’ottantina di trasferte.
Il materiale era ed è custodito in gran parte presso l’archivio del Coro, i singoli coristi, le famiglie di quelli “andati avanti”, gli amici italiani e stranieri, le case discografiche, le redazioni dei giornali ma anche presso gli archivi del Comune, della Provincia e della Curia. Istituzioni che sin dai primordi della nostra avventura ci hanno coinvolto nelle loro attività sociali. Per questo il libro si intitola “Verona e il Coro Scaligero dell’Alpe – Sessant’anni insieme”. Insieme che significa compartecipazione intensa a momenti di grande tragicità quali inondazioni, terremoti, invasioni con la forza delle armi le cui vittime arrivate a Verona avevano bisogno di tutto.
Il Coro attraverso i concerti sensibilizzava gli ascoltatori ai problemi in essere con proposte costruttive come la raccolta di fondi e di beni di utilità immediata. Insieme che ha significato anche partecipazione al seguito di delegazioni politico-amministrative agli scambi culturali avviati nel lontano 1953 e mai smorzatisi o indeboliti. La guerra era finita da pochi anni ma le ferite non si erano ancora rimarginate. C’era bisogno di “…purificare gli animi dai veleni che il nazionalsocialismo, fascismo e comunismo avevano insinuato” (Anton Trapp, Landrat di Bingen sul Reno).
E il Coro Scaligero, con il suo canto, crediamo abbia contribuito notevolmente a quegli scambi non solo culturali ma soprattutto di amicizia tra i popoli.
Alla memoria di Rumor Verona gli ha intitolato un ponte. È il nuovo ponte sull’Adige di Porto San Pancrazio ora chiamato Mariano Rumor, statista veneto, giornalista, segretario della Democrazia Cristiana e cinque volte Presidente del Consiglio dei Ministri. “Con orgoglio e soddisfazione”, ha detto il sindaco di Verona Flavio Tosi, “intitoliamo questo ponte a un grande statista veneto e italiano, che non solo fu una delle figure che segnarono politicamente il nostro Paese ma che ancor oggi è per tutti noi un modello e un esempio di come è possibile fare politica in modo onesto, con grande impegno e dedizione a servizio della gente”. Con il sindaco, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, l’ass.comunale Daniele Polato, il Presidente dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici Giuseppe Brienza, il Consigliere per la Vigilanza sui Contratti Pubblici Alfredo Meocci, il consigliere regionale Davide Bendinelli, il presidente del Consiglio provinciale di Verona Antonio Pastorello e i presidenti di Circoscrizione Daniele Perbellini e Dino Andreoli. Il Coro Scaligero dell’Alpe ha animato l’inaugurazione.
Dal 18 al 22 settembre del 1985 abbiamo partecipato assieme ad una delegazione della città di Verona, a capo della quale vi era il sindaco Gabriele Sboarina, ai festeggiamenti tenutisi a Monaco di Baviera per il 25° anniversario del gemellaggio fra le due città. Ci siamo esibiti nelle piazze e nelle stadthalle ed anche nella “Alten Rathaussaal” durante i saluti ufficiali.
Da aprile a ottobre si è svolta nella città tedesca di Bingen, gemellata con Verona dal 1952, una mostra internazionale di piante e fiori provenienti da tutto il mondo. L’esposizione, di grande interesse e bellezza, ha richiamato migliaia di visitatori da tutta Europa ed è stata allestita in giardini, padiglioni, serre per un percorso di 4 km. lungo la riva sinistra del Reno.
Gli organizzatori hanno affiancato alla mostra eventi culturali, spettacoli, concerti, feste folkloristiche e altro. In questo programma è stato inserito anche il Coro Scaligero dell’Alpe che nei giorni 5, 6, 7 e 8 settembre ha compiuto la sua ventesima tournèe renana.Ospitato dagli amici del sobborgo di Kempten, il coro è stato impegnato in una serie di esibizioni svoltesi in varie località della zona, suscitando sempre calorosi consensi; in modo particolare il concerto più importante, eseguito nel nuovo auditorium gremito da duemila persone, si è concluso con tutti gli ascoltatori in piedi ad applaudire lungamente. Momenti di grande soddisfazione e commozione.
Il Sindaco Flavio Tosi insieme all’assessore alle Relazioni con il pubblico Daniele Polato ha inaugurato, nei giardini di piazza Bra, l’installazione artistica denominata “Presenze”.
Il monumento, realizzato dal Gruppo Aktiva, intende promuovere la pace e sensibilizzare sulle tematiche ad essa legate.
Presenti all’inaugurazione il consigliere comunale Lucia Cametti, il presidente di Agec Giuseppe Venturini, Monsignor Giancarlo Grandis, il presidente dell’Unione Ciechi Roberta Mancini, gli autori dell’opera del Gruppo Aktiva ed il Coro Scaligero dell’Alpe.
“Un’opera la cui realizzazione è stata meditata e valutata in accordo con la Soprintendenza”, spiega Tosi, “e che arricchisce piazza Bra di un elemento artistico che coniuga la modernità con la storicità del luogo in cui si colloca.
Il Sindaco ricorda anche “l’importanza del messaggio di pace legato all’opera, oggi più attuale che mai, e che vuole invitare i cittadini ad un momento di riflessione e di crescita personale”.
“Questa installazione artistica dimostra la capacità dell’arte di diffondere messaggi e racchiudere contenuti” afferma Polato,
che sottolinea “la scelta di collocare il monumento nel giardino più conosciuto della città, luogo di passaggio non solo dei cittadini veronesi ma anche di numerosi turisti”.
L’opera “Presenze” rappresenta due frammenti di muro su cui, a partire dalla storia di Verona, si narrano sofferenza e speranze umane: dalla divisione della nostra città durante il periodo della doppia occupazione francese e austriaca alle speranze simbolicamente rappresentate dall’Adige, simbolo di serenità.
Dalla rottura centrale tra i due frammenti di muro emerge la vita, rappresentata da un albero di bronzo e una colomba posata sull’installazione ribadisce il messaggio di pace.
Durante la nostra Tournèe del 1998 in Brasile, siamo stati ospiti de “La Piave FAINORS – Federazione delle Associazioni Italiane della Regione del Nord del Rio Grande do Sul”, dove il 60% della popolazione è costituito da discendenti di emigrati veneti.
Abbiamo donato loro i primi libri e volumi dai quali è iniziata la raccolta per la costruzione della biblioteca della Scuola di Lingua Italiana che gli amici brasiliani, in nostro onor e, hanno voluto chiamare “Biblioteca Coro Scaligero dell’Alpe”
Nell’estate del 1960 il coro partecipa alla rappresentazione di Romeo e Giulietta nella versione di Salvatore Quasimodo, per la regia di Franco Enriquez, che va in scena a Verona nel cortile di Castelvecchio. Tra gli interpreti: Arnoldo Foà, Gian Maria Volontè, Aldo Silvani, Ave Ninchi e Carla Gravina
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